PROGETTO RADAR
Il Progetto Radar, promosso e coordinato dall’ASL TO 4, S.C. Ser.T. B distretto di Chivasso, in collaborazione con la cooperativa Animazione Valdocco, si rivolge ai preadolescenti e adolescenti raggiunti sia attraverso gli ambiti aggregativi del territorio, sia attraverso il mondo delle scuole.
Si evidenziano di seguito alcuni obiettivi del progetto che riguardano la promozione di una cultura della prevenzione integrata con i compiti educativi della scuola:
- Sostenere il mondo della scuola nella gestione complessa di situazioni critiche e nella costruzione di integrazioni tra contenuti pedagogici e preventivi, al fine di produrre comunicazioni efficaci e favorire richieste di aiuto precoci.
– Sviluppare nei giovani atteggiamenti di sensibilizzazione tesi a favorire l’acquisizione di conoscenze (informazioni), la ridefinizione di credenze (modelli) ed il cambiamento di comportamenti a rischio connessi all’uso di sostanze psicotrope e/o a rapporti sessuali non protetti.
– Sostenere l’affermazione di un cultura condivisa nel contesto territoriale, che consenta ai giovani (preadolescenti e adolescenti) di individuare degli spazi di ascolto e confronto significativi e che promuova relazioni e accordi di rete tra servizi-scuole e specifiche realtà del territorio.
La peer education rappresenta oggi la metodologia qualificante del Progetto Radar, cioè l’espressione concreta di un percorso decennale di sensibilizzazione ed educazione alla salute con i giovani e il loro contesto, in particolare per quel che concerne l’intervento all’interno delle scuole superiori, per la duplice possibilità che essa offre:
– Consolidare una piattaforma comune e condivisa nelle diverse scuole del territorio che possono concretamente effettuare l’esperienza di partecipare ad un progetto integrato di prevenzione sulle tematiche dei comportamenti a rischio connessi alle dipendenze e alle malattie sessualmente trasmissibili.
- Ripensare alla modalità, ancor più e ancor prima che al contenuto, con cui nelle scuole può essere avviato un discorso sulle dipendenze e sulle malattie sessualmente trasmissibili. Tanto più l’adolescente si assumerà la responsabilità del messaggio, tanto più adotterà comportamenti proattivi (evitamento della condotta a rischio e/o protezione nei confronti di se stesso e dei propri amici). Il ricorso a una metodologia così concepita implica la disponibilità del tecnico e dell’insegnante a concedere uno spazio comunicativo autonomo a quegli adolescenti che dimostrano la propria disponibilità a svolgere un ruolo di “primo fra i pari”; nello stesso tempo, tuttavia, l’adulto è chiamato a supportare dall’esterno le varie fasi di attuazione del progetto (formazione di base, progettazione degli interventi, organizzazione delle comunicazioni all’interno delle varie scuole) al fine di favorire e facilitare il più possibile le buone pratiche di comunicazione orizzontale.