LA GUERRA PER GIOCO
Nel soft air si impara ad essere corretti, avere uno spirito di sacrificio per la squadra e anche, molto importante, conoscere e valutare le proprie capacità fisiche e psichiche.
Ci si deve immedesimare nella parte, quando si indossa la divisa bisogna essere come un soldato su un vero campo di battaglia. Proteggere e servire.
In questo sport ogni singolo individuo rende forte la squadra, perché dove qualcuno manca di esperienza necessaria, c’è l’altro a compensare. In poche parole ogni singolo è essenziale per vincere.
Le regole del soft air sono molto semplici: bisogna essere corretti, cioè quando ti colpiscono devi alzare la mano e dichiarare di esser stato preso.
Ci si divide in due o più squadre, si stabilisce il luogo e le limitazioni dove esercitare (solitamente si sceglie un luogo vasto con un’alta vegetazione o a carattere urbano, come case o fabbriche abbandonate) quindi, il punto di partenza delle squadre. Dopodiché, scatenate l’inferno!
Le squadre decidono le tattiche e le strategie migliori da utilizzare in base al territorio, al numero degli avversari e dei propri uomini, all’ambiente e alle capacità dei singoli.
È fondamentale avere un ottimo addestramento e un buon comandante.
Per l’equipaggiamento serve: un fucile elettrico non superiore a 1 joule di potenza; una divisa militare o comunque un abbigliamento adatto tipo un giubbino tattico (giubbetto con molteplici tasche quali porta caricatori, porta granate, porta coltello e fondina per la pistola); anfibi; occhialini protettivi e passamontagna (preferibilmente). Poi una squadra ha degli accessori che può comprare in più per rendere l’esperienza di gioco ancora più realistica, come i walkie talkie, le granate, il lanciagranate montabile sotto il fucile, rampini, corde, ecc…
Come in ogni corpo militare ci sono i gradi. Il più alto in grado è il generale e decide le promozioni, i provvedimenti disciplinari, formula l’addestramento, strategie e tattiche. Da lui si prendono tutti gli ordini. Il sergente maggiore promuove i soldati da semplici a scelti, i capitani scelgono i migliori soldati scelti per promuoverli a sergenti. Ovviamente col permesso del generale.
I sergenti si occupano delle reclute: li selezionano, li addestrano e gli fanno fare moltissime simulazioni per comprendere il loro ruolo migliore nella squadra che potrebbero ricoprire.
Le abilità fondamentali per essere un buon soldato sono: essere lucidi, pensare e ragionare molto rapidamente per capire ed eseguire al meglio gli ordini o, se si parla di un capitano, impartirli senza commettere errori fatali per la squadra; avere buone qualità fisiche.
Ovviamente più si è e più ci si diverte, le partite più belle sono quando si è 25 contro 25 perchè di più …“massacro” e di meno …”ci si diverte poco”.
Walter Gambino classe 2a sezione B